Non si finisce col fracassarsi il naso in terra perché si scrive, ma al contrario si scrive perché ci si fracassa il naso e non resta più altro dove andare. (A. Cechov)

mercoledì 29 ottobre 2014

#6

Ma un romanzo, per così dire, per essere un buon romanzo, deve sembrare, prima che si inizi a scriverlo, impossibile da scrivere, ma solo visibile; cosicché per nove mesi si vive nella disperazione, e solo quando ci si dimentica ciò che si voleva dire, il libro potrà sembrare accettabile. 
( V. Woolf)


Foto: Alessia Zanzi

venerdì 17 ottobre 2014

Autopsicografia- Pessoa

Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.

E quanti leggono ciò che scrive,
nel dolore letto sentono proprio
non i due che egli ha provato,
ma solo quello che essi non hanno.

E così sui binari in tondo
Gira, illudendo la ragione,
questo trenino a molla
che si chiama cuore




Foto: Francesco Romoli

sabato 11 ottobre 2014

Una questione privata, Beppe Fenoglio

Amore e guerra: due parole che sembrano escludersi. Eppure, mai come in questo libro riescono a convivere tanto armoniosamente.
Beppe Fenoglio, uno dei più famosi scrittori partigiani, dopo aver completato il successo con Il partigiano Johnny, si lancia in questa impresa che mira alla coerenza del racconto piuttosto che alla memorialistica.
La trama può apparire molto semplice.
Milton è un partigiano nelle langhe, sezione badogliana. Il romanzo inizia con la sua bocca aperta e le braccia abbandonate lungo i fianchi, mentre osserva la villa dove fino a poco tempo prima la donna che ama, Fulvia, lo ascoltava parlare d'amore attraverso le traduzioni dei testi di canzoni inglesi. Il dio dell'inglese, lo chiamava. Ma Fulvia è tornata a Torino, di lei il giovane Milton non sa più nulla. È la governante, incontrata nella villa, a informarlo e trafiggerlo da parte a parte con il racconto dell'amore clandestino di Fulvia e Giorgio, suo compagno partigiano e amico d'infanzia. Da questo momento in poi l'unico pensiero del giovane sarà quello di conoscere da Giorgio la verità, parola ricorrente nel libro, ma verrà a sapere che  il compagno è stato catturato dai fascisti.
È un romanzo di ricerca, in un certo senso. La verità, come fine personale, d'amore, si intreccia però magistralmente con  il fine partigiano, quello di guerra. Milton lotta, infatti, e rischia la sua vita per salvare un compagno dalla fucilazione certa, tentando uno scambio, e contemporaneamente l'unico motivo per cui lo vuole tenere in vita è sapere del tradimento con Fulvia. Questi due confini si confondono in una danza che è fatta di nebbia, fango e fatica.
Splendide sono proprio le descrizioni del paesaggio delle langhe, uno scenario che appare immobile, nebbioso, opprimente, in perfetta sintonia con l'animo di Milton.
C'è molto odio sparso tra le pagine: odio per la guerra, per la fame, per la morte. Colpisce dritto al cuore il penultimo capitolo, quasi un racconto a sé, dove Fenoglio abbandona Milton e ci trasferisce a osservare l'esecuzione di due giovanissimi ragazzi, Riccio e Bellini, catturati e fucilati dai fascisti. Un episodio introdotto forse un po' a forza, ma che ha la funzione di ricordarci che oltre al Fenoglio scrittore, c'è stato -e c'è - un Fenoglio partigiano, che non potrà mai accettare la tragedia dell'estrema brutalità che ha percorso la Resistenza.

Una questione privata è semplicemente un piccolo capolavoro, dove nulla sembra lasciato al caso e dove è forte il tema delle conseguenze delle proprie azioni, nel bene e nel male. Dove la Resistenza offre un terreno per far sì che l'uomo sia rappresentato attraverso di essa in tutta la sua interezza.