Non si finisce col fracassarsi il naso in terra perché si scrive, ma al contrario si scrive perché ci si fracassa il naso e non resta più altro dove andare. (A. Cechov)

domenica 28 settembre 2014

Sonetto 92 - William Shakespeare

Fa' pure del tuo peggio per sfuggirmi
tu in me vivrai per tutta la mia vita
e vita non durerà più a lungo del tuo amore,
perché sol da questo affetto essa dipende.
Quindi temer non devo il peggior dei torti
quando nel più piccolo la mia vita ha fine;
mi par di meritare miglior sorte
di quella che è balia dei tuoi capricci.
Non puoi torturarmi con la tua incostanza
perché nel tuo disdegno muore la mia vita:
o che beato titolo solo io posseggo,
felice del tuo amore, felice di morire!
Ma esiste felicità che nuvole non tema?
Tu potresti ingannarmi ed io non saperlo.





Foto: Alessia Zanzi

2 commenti:

brunaccio ha detto...

Commentare l'autore sarebbe un azzardo, almeno per me. Mi limito a complimentarmi con chi ha fatto la scelta di postarlo.
Ciao

paxhole ha detto...

Grazie Brunaccio. Shakespeare è il mio poeta preferito ( mi piace vincere facile).
Lascio qui anche un frammento di "Sogno di una notte di mezza estate" che al tempo mi entusiasmò. La traduzione(Calenda-Melchiori) la trovo splendida .

"Perfino quando la scelta è concorde,
la guerra, la morte, la malattia assediano l'amore,
lo rendono momentaneo come un suono,
furtivo come un'ombra, fuggevole come un sogno,
breve come un lampo che in una notte nera
sveli, ad un tratto, cielo e terra,
ma, prima che si possa dire "Guarda!",
le mascelle del buoi l'hanno divorato.
così in un istante svanisce ogni cosa che brilla".