Non si finisce col fracassarsi il naso in terra perché si scrive, ma al contrario si scrive perché ci si fracassa il naso e non resta più altro dove andare. (A. Cechov)

giovedì 24 novembre 2016

A volte ritorno... tiriamo le somme



Quando ho aperto questo blog, nel 2013, ho scritto che sarebbe stato un blog non necessario. Ho avuto dannatamente ragione. Ma ho affermato anche che sarebbe stata la mia palestra e qui ho trascurato le mie intenzioni. Mi sono comportata esattamente come si comportano quelle persone che tanto disprezzo, quelle che vanno in palestra per sfoggiare il nuovo completino e non per allenarsi davvero. Questo perché il pubblico si differenzia psicologicamente dal privato. E se nel privato tu vai libero, ti comporti come meglio credi, nel pubblico cerchi di non deludere le aspettative (queste odiose aspettative!).

Ed ecco che anche io sono caduta nella trappoletta, andando a inciampare là dove non avrei dovuto, dimenticando il perché. Perché ero qui? 

Ma sopratutto, perché ci torno?

É il nido, come direbbe Holmes. Si torna al nido. Dopo essere andati ad esplorare il mondo, il nido è la base sicura dove tornare. Dopo tanto tempo mi sono resa conto che la base sicura per me non è un luogo, non è una persona (e qui Holmes probabilmente mi bacchetterebbe, ma tant'è), ma la scrittura. Le parole, queste letterine ordinate l'una accanto all'altra, il rumore rassicurante dei tasti, la luce nevrotica che viene dal pc...io amo tutto questo. Amo scrivere, e anche se non è necessario il mio sproloquiare in lemmi, probabilmente lo è per me.

Quindi torno in questo blog fantasma.

Torno sperando, torno amando, torno con il sorriso e citando la frase di benvenuto che ho appeso alla mia porta:


              Lar doce lar





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