Non si finisce col fracassarsi il naso in terra perché si scrive, ma al contrario si scrive perché ci si fracassa il naso e non resta più altro dove andare. (A. Cechov)

lunedì 6 gennaio 2014

Cate, io- Cellini Matteo

Un romanzo di formazione, più o meno.
Quello che colpisce in questo libro è lo stile, assolutamente. Sulla trama, al contrario, ho dei dubbi.
La protagonista è un’adolescente XL, che affronta la sua vita dividendola in due: da una parte c’è Caterina, la figlia, la sorella, la nipote, in sintesi la ragazza normale e molto amata; dall’altra c’è Cate- ciccia o Cate-rpillar, la super eroina- così si definisce- che, solo ed esclusivamente grazie alla sua presenza ingombrante, riduce immediatamente la gravità dei difetti altrui, riducendoli a capocchie di spillo. Ed è proprio quest’ultimo il ruolo che interpreta fuori casa, sia per strada che a scuola, murandosi dietro a se stessa per la paura di venir derisa dagli altri.
Cellini è molto bravo a calarsi in questi abbondanti panni. L’introspezione del personaggio è esemplare. Come ho già detto, anche lo stile è ammirevole. Resta solo un dubbio personale sulla trama, che si conclude con un relativo lieto fine. E sembra voler indicare la direzione da seguire, non di raccontare la storia e basta.
A questo proposito ricordo una frase –letta chissà dove- che uno scrittore dovrebbe solo mostrare i mali e i problemi del mondo. Non cercare di risolverli.
Perfino Woody Allen in Midnight in Paris, fa affermare a Gertrude Stein –Kathy Bates- che “compito dell’artista non è soccombere alla disperazione, ma cercare un antidoto alla futilità del mondo”. Una frase bellissima che ho fatto mia. E che non significa affatto proporre una ricetta per vivere.
 La direzione di questo romanzo, invece, come in molti altri libri e gran parte del cinema, è questa. No, non la apprezzo: non esistono ricette.
Molto bello l’ultimo capitolo, giusto una paginetta, che fa capire con una splendida metafora il mezzo con cui Caterina, alla fine, tenterà di liberarsi dai suoi chili di troppo: una pagina bianca.

Ricco di temi pirandelliani, filosofici e riferimenti culturali che allietano la lettura. 
                                                      

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