Non si finisce col fracassarsi il naso in terra perché si scrive, ma al contrario si scrive perché ci si fracassa il naso e non resta più altro dove andare. (A. Cechov)

venerdì 14 luglio 2017

Oro colato, Edoardo Albinati

Ho  letto nel corso di questi ultimi anni un sacco di libri sulla scrittura. Molti sono semplicemente consigli, alcuni veri e propri manuali, si parla di plot, climax, anticlimax, costruzione del personaggio etc. Questi ultimi sono indubbiamente utili per chi come me è alle prime armi, ma del tutti freddi. È il lavoro di falegnameria di cui parla Cerami. Tutta la magia che invece si nasconde dietro all'atto della scrittura vi è quasi negato.
Albinati in questo saggio non scrive solo di magia. Ma riesce in una mediazione che devo dire mi ha colpito molto. Sono le trascrizioni di otto lezioni non di scrittura, ma sulla materia della scrittura.
In modo del tutto inaspettato ci accompagna alla scoperta della nascita di un libro, dal primo spunto che genera il desiderio in colui che scrive, fino all'ultima parola messa nel testo. O cancellata. Il concetto di demolizione è sempre presente, così come quello del sacrificio. Questa idea quasi religiosa della scrittura (o magica) credo sia la mia preferita: dietro ad ogni opera che volge alla perfezione, scrive Albinati, si nasconde un atto essenzialmente di carattere distruttivo. Bruciare incenso, spandere olio, sgozzare il capro. Poco dopo introduce un tema ulteriore: l'officiante in qualche misura diventa egli stesso l'oggetto del sacrificio. Il sacrificante diventa il sacrificato.

Con un stile discorsivo che coinvolge e che, sinceramente, mi ha fatto apprezzare ulteriormente questo saggio, e moltissime idee illuminanti, non posso che raccomandare questo libro a chiunque desideri capire il meccanismo che muove l'uomo a cercare carta e penna. Ma anche semplicemente a leggere un buon libro.





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