Albinati in questo saggio non scrive solo di magia. Ma riesce
in una mediazione che devo dire mi ha colpito molto. Sono le trascrizioni di
otto lezioni non di scrittura, ma sulla materia della scrittura.
In modo del tutto inaspettato ci accompagna alla scoperta
della nascita di un libro, dal primo spunto che genera il desiderio in colui
che scrive, fino all'ultima parola messa nel testo. O cancellata. Il concetto
di demolizione è sempre presente, così come quello del sacrificio. Questa idea
quasi religiosa della scrittura (o magica) credo sia la mia preferita: dietro
ad ogni opera che volge alla perfezione, scrive Albinati, si nasconde un atto
essenzialmente di carattere distruttivo. Bruciare incenso, spandere olio,
sgozzare il capro. Poco dopo introduce un tema ulteriore: l'officiante in
qualche misura diventa egli stesso l'oggetto del sacrificio. Il sacrificante
diventa il sacrificato.
Con un stile discorsivo che coinvolge e che, sinceramente,
mi ha fatto apprezzare ulteriormente questo saggio, e moltissime idee
illuminanti, non posso che raccomandare questo libro a chiunque desideri capire
il meccanismo che muove l'uomo a cercare carta e penna. Ma anche semplicemente
a leggere un buon libro.
Nessun commento:
Posta un commento