Non si finisce col fracassarsi il naso in terra perché si scrive, ma al contrario si scrive perché ci si fracassa il naso e non resta più altro dove andare. (A. Cechov)

martedì 7 febbraio 2017

Tutti tranne Giulia, Michela Tilli

La trama è molto semplice: Giulia, insegnante di mezza età, madre di due splendidi figli e donna sposata che conduce una vita apparentemente senza problemi, si suicida.  Michela Tilli ci racconta cosa succede a chi resta, la famiglia in primis, ma anche il suo psicoterapeuta, Da Col, la sua migliore amica, Donata e il maresciallo Di Pietro, incaricato di condurre le indagini sul caso. Tutti vengono segnati da questa nuova assenza, tutti dovranno venirne a patti. Tutti dovranno cercare di scoprire la loro verità per poter continuare a vivere.
Ed è proprio una grande riflessione sul significato della vita, questo libro, che parte dalla sua negazione, la morte, ma la allontana e la avvicina continuamente, così da farci comprendere che non si può parlare del bianco se non si conosce il nero. Ho trovato molto bello avere l'opportunità di vedere come le vite di questi personaggi vadano avanti proprio grazie a questo evento di per sé tragico. Come si trasformino in coraggio di vivere, proprio perché faccia a faccia con la morte. Ma nessuno di loro riflette mai direttamente su questo punto.  Ed è questa la sottigliezza più bella del romanzo. Forse non sarà niente di nuovo, ma questo non rientra nella mia forma mentis di lettrice. Non è mai il cosa per me.
Quindi si passa al come.  E le cose si complicano.
Devo dire che sono rimasta piacevolmente sorpresa da questo libro, che ha un incipit banale dal punto di vista stilistico. La prosa dell'autrice spesso è piatta, priva di emozione e ciò stride spesso con ciò che vuole dire, che invece per avere un certo spessore dovrebbe caricarsi di patos. Ma spesso non significa sempre ed è qui che sono rimasta imbrigliata. Ci sono pagine davvero molto belle, ricche di poesia. E non solo quella che la defunta lascia segretamente in eredità. Riesce, anche se non pienamente, a coinvolgerti.  Forse avrei avuto meno fretta di scriverlo, questo romanzo. Forse, dico forse, qualche revisione in più l'avrei fatta. Avrei limato le parole, tolto qualche parte didascalica, alleggerito alcuni punti, indagato meglio nelle anime dei personaggi, che spesso restano un po' caricaturali. Ma in generale devo dire che non mi è dispiaciuto. Mi ha fatto riflettere e questo lo trovo il suo punto forte. 

Insomma, devo dire che è comunque il mio genere e se mi capiterà leggerò ancora qualcosa di questa autrice.







Nessun commento: