Non si finisce col fracassarsi il naso in terra perché si scrive, ma al contrario si scrive perché ci si fracassa il naso e non resta più altro dove andare. (A. Cechov)

venerdì 18 ottobre 2013

Biancaneve, Donald Barthelme

La trama è quello che vi aspettereste: una Biancaneve moderna che vive con sette uomini e aspetta il Principe Azzurro. Ma con Biancaneve dei fratelli Grimm ha solo questo in comune.
Chi ha scritto Donald Barthelme “scompone la fiaba tradizionale in mille pezzi e li infila tutti nel frullatore” non poteva scrivere meglio. E ancora. Condivido il pensiero di chi ha detto della scrittura di Barthelme:  incategorizzabile. Aggiungo: imparagonabile.
Il romanzo- ma anche chiamarlo così è una libertà- va avanti con dei veri e propri frammenti, di cui lo stesso scrittore dice siano l'unica forma di cui si fida, raccontati da una “pluralità individuale”, cioè i sette uomini che dividono la casa -e non solo- con Biancaneve.
Assurdo è il primo aggettivo che ho trovato. Non surreale, assurdo.
Eppure.
Sebbene uscito nel '67 non ho letto nulla di più attuale. Non era uno scrittore del suo tempo. Decisamente camminava avanti a tutti. Il linguaggio è completamente sconvolto- il presunto Principe vuole una donna che abbisogni ai suoi servigi, Biancaneve è soffusa di vergogna, ci sono termini come perfettibile e pertinicia sparsi ovunque-. Spesso è spaventosamente trash e divertente, ironico e autoironico, ma allo stesso tempo colpisce. E affonda. In maniera spaventosamente seria.
Ha influenzato scrittori come Egger e Wallace e Bender, Carver lo definisce “il nostro eroe”, nella prefazione Ivano Bariani afferma che “ha tirato giù a calci la porta d'ingresso a nuovi universi narrativi”... andrebbe letto solo per questo. Ma non solo.
Alla domanda “Ti è piaciuto?” non ho risposta. Quello che so è che leggerlo ha scomposto la mia mente in mille pezzi e li ha infilati nel frullatore. Una vera esperienza. Un'esperienza che non posso che consigliare.
L'unica avvertenza: non avvicinarsi con l’idea che sia semplice apprezzarlo.
                                                        

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